La mia vita di survivor comincia con uno squillo del telefono, alle 11 del mattino del 3 giugno 2018. Due ore prima, in quella immobile, afosa domenica milanese
addossata al 2 giugno, avevo ricevuto un messaggio da mia moglie Alessandra, ricoverata nel reparto Psichiatria 1-Disturbi dell’umore dell’ospedale San Raffaele Turro.
“Un’altra notte difficile, non venire prima delle 12”. Ma non è lei a telefonarmi. “Parlo con il marito della signora Alessandra Appiano?” “Certo, chi parla?” “Polizia”.
L’agente mi dice di recarmi con urgenza presso un albergo di cui mi fornisce l’indirizzo. Gli dico che deve esserci un errore perché mia moglie è ricoverata in ospedale
da 17 giorni, ma lui insiste. “Vada subito in via Stamira d’Ancona”. Lo scuorante stradone di periferia è lo stesso dell’ospedale, sperando in un errore mi precipito
al San Raffaele... [continua]