Franco Basaglia è stato un grande terapeuta e un grande uomo, pioniere di quella psichiatria esistenziale su cui anche questa Associazione vuole richiamare l’attenzione, perché se ne sente un gran bisogno. L’antipsichiatria di Basaglia ha raggiunto traguardi fondamentali come la chiusura dei manicomi lager e la liberazione dei cosiddetti “matti”. In questa clip “Chi non ha, non è” sono raccolte alcune sue riflessioni.
Ma come in ogni utopia, c’è il rovescio della medaglia. Il principio di autodeterminazione del malato mentale previsto dalla legge 180 ha di fatto deresponsabilizzato medici e ospedali psichiatrici di fronte a qualsiasi evento. Qualunque cosa accada, la sottovalutazione del disturbo, la riduzione di personale (con enormi risparmi e maggiori profitti per le strutture ospedaliere) e la mancanza di protocolli non rappresentano in linea di principio un reato. Dopo 17 giorni di ricovero, Alessandra diceva di stare sempre peggio e chiedeva di essere dimessa, contro il parere dei medici. Alle otto del mattino, subito dopo avere assunto i farmaci ha ottenuto un permesso per scendere nel giardino dell’Ospedale San Raffaele Ville Turro senza nessuno che la sorvegliasse. Dal giardino è riuscita a fuggire con estrema facilità e ha raggiunto l’Hotel Ramada distante 200 metri dall’ospedale. Le telecamere dell’albergo la hanno ripresa sull’ascensore che sale al solariun. Cosa è accaduto su quel solarium, dove è arrivata con l’agocannula della fleboclisi nel polso, non lo sapremo mai; se si è abbandonata a un raptus suicida, se osservando il vuoto ha avuto le vertigini se in preda a allucinazioni ha creduto di volare.
Non lo sapremo mai. Ma qualsiasi cosa sia avvenuta, si è trattato davvero di una “libera scelta”? Come si può attribuire al depresso la responsabilità di scegliere tra la vita e la morte, considerando che la morte è l’unica scelta non reversibile? Come è possibile che non si individui alcuna responsabilità in chi ha preso in cura pazienti sconvolti dal dolore mentale? In nome del rischio contagio da covid 19 siamo stati privati della libertà di uscire di casa; eppure il ricoverato psichiatrico parrebbe libero di raggiungere e lanciarsi da un ottavo piano.
Scrive Fuani Marino in Svegliami a mezzanotte, il libro vincitrice del Premio Alessandra Appiano per il 2020: “Quando i nostri organi vitali si ammalano gravemente, o smettono di funzionare come dovrebbero, corriamo all’ospedale, e non vorrei che l’antipsichiatria ci abbia tratti in inganno no a questo punto. Abolire i manicomi (luoghi di clausura, più che di cura) e restituire i malati psichici alla società è un conto, privare questi ultimi delle cure di cui necessitano in nome della loro libertà, è un altro.”
Per Alessandra non c’è più nulla da fare. Ma siamo convinti che se la giurisprudenza italiana vorrà porsi questo problema, prendere atto della necessità di colmare le evidenti lacune, molte altre vite potrebbero essere salvate.