Dire che una persona malata di depressione scelga di suicidarsi non solo è sbagliato ma è offensivo verso la persona che compie l’atto”
Paolo Milone
La mattina di domenica 3 giugno 2018 Alessandra Appiano è fuggita dall’ospedale Villa Turro San Raffaele di Milano, dove era ricoverata per una grave depressione. Il suo corpo senza vita, con il braccialetto identificativo dei degenti e l’agocannula della fleboclisi, è stato ritrovato sulla tettoia dell’Hotel Ramada. E’ stato il marito Nanni Delbecchi, avvisato dalle forze dell’ordine, a dare all’ospedale la notizia del decesso. Da quel momento Nanni e un piccolo gruppo di amici –la vera famiglia di Alessandra e Nanni- non hanno abbandonato l’idea di far nascere questa associazione [vedi statuto], e questo luogo virtuale dove Alessandra possa continuare a esistere, e non solo.
Il primo novembre 2018 Alessandra è stata accolta nel novero dei cittadini benemeriti e illustri della città di Milano il cui nome è presente nel famedio del Cimitero Monumentale, con questa motivazione letta dal sindaco Giuseppe Sala.
“Scrittrice, giornalista, autrice e conduttrice di numerose trasmissioni televisive, vinse nel 2002 il Premio Bancarella con “Amiche di salvataggio”. I suoi libri, tradotti e letti in tutta Europa, esplorano l’universo femminile contemporaneo con arguzia e ironia. Milano nel 2013 le conferì l'Ambrogino d'oro, massima onorificenza civica, per il suo impegno nel volontariato e nel sociale con Fondazione Exodus: sua l’ideazione del Mercato della Solidarietà giunto alla sua XVIII° edizione. Dal 2015 è stata ambasciatrice di Oxfam.”
Non è vero che tutto finisce con la morte. A volte possono cominciare delle grandi amicizie.
Sabato 18 maggio 2024 al Teatro Alfieri di Asti
si sono unite tre associazioni che lottano contro il tabù delle malattie psichiatriche. Amici di salvataggio
in nome di Alessandra Appiano, Un libro per Daniela
in nome di Daniela Albertelli, “La voce di Elisa”,
in nome di Elisa Schininà.
Tre donne speciali che amavano i libri, colpite in vita dalla sindrome maniaco depressiva, continuano a vivere, e a lanciare il loro messaggio di luce. Le tre associazioni hanno come fine comunicare la gravità dei disturbi della personalità, di fronte alle quali ignoranza e stigma sociale possono rivelarsi fatali.
L’evento “Le ragazze di Asti” condotto da Alessandra Casella è stato animato dalla presenza di tanti amici e di tanti libri su cui riflettere. Lella Costa ha letto alcune pagine di Noi voci invisibili di Elisa Schininà.
Cuore della giornata, l’intervento dello psichiatra e scrittore genovese Paolo Milone. A colloquio con il giornalista de La Stampa Vanni Cornero, Milone ha affrontato il tabù dei tabù, ovvero l’evento letale che troppo spesso miete vittime tra i malati di depressione maggiore.
Ma in presenza di una conclamata sindrome depressiva, è giusto definire queste morti gesti volontari, ovvero suicidi nel senso corrente del termine? Secondo il professor Milone, che ha lavorato per tutta la vita nella psichiatria ospedaliera, non è così: “Una volta che la depressione ha preso il comando del cervello, altera tutte le funzioni psichiche: quello che si prova è solo un grande dolore, e in questo modo i malati si avvicinano all’idea del suicidio. Ma l’idea del suicidio è dovuta alla malattia, non a loro. Non è la loro volontà che ragiona e decide rispetto al suicidio, ma la depressione. Chi compie questo gesto si trova in uno stato oniroide in cui, se fallisce nel suo intento, al risveglio non si riconosce più, e ha paura di quello che ha fatto. Quindi in questi casi il suicidio è una rinuncia, un abbandono alla corrente. Non è una decisione volontaria”.
«Non li vedrete mai. Non li sentirete mai. Non sospettate neppure la loro esistenza. Eppure sono tanti: centinaia, migliaia in una città. Stanno chiusi nella loro stanza. Sopravvivono per anni. Se non svuotano i pitali dalla finestra, se non picchiano i genitori, se non urlano la notte dal poggiolo, o sul pianerottolo, possono restare sulla loro isola anche venti, trent’anni, come Robinson Crusoe. Se li vai a cercare, tirano frecce e ti trattano come un cannibale»... «Il mondo è pieno di depressi che dormono su un divano senza neanche mettersi il pigiama, o sul bordo del letto senza neanche tirare su il lenzuolo, molti dormono su una sedia. Se gli dai un letto matrimoniale, dopo un mese è intatto. Preferiscono così. Non è di spazio esterno che hanno bisogno» [continua a leggere]
Dire che una persona malata di depressione scelga di suicidarsi non solo è sbagliato ma è offensivo verso la persona che compie l’atto”
Paolo Milone
In questa stanza daremo conto delle iniziative nate per ricordarla, degli eventi promossi dall’Associazione. Inoltre vi si ricostruisce la storia del procedimento penale aperto dalla Procura della Repubblica di Milano in seguito al decesso di Alessandra mentre era sotto ricovero nel Centro Disturbi dell’Umore dell’ospedale San Raffaele Turro di Milano.
Alessandra aveva il culto dell'amicizia. Nella sezione intitolata “Mi ricordo”, chiunque ne sia stato amico, non importa quando e per quanto, potrà postare un suo ricordo personale.
In questo ambiente ci interroghiamo sul tabù della depressione e dei disturbi dell’umore, sullo stigma che incombe sui malati psichiatrici e le loro famiglie, sulle diverse e tra loro contrastanti tendenze della psichiatria, sulle lacune della Legge 180… in ultima analisi, sul conflitto misterioso tra depressione e ricerca di senso della propria vita.
Crediamo nell'energia di uno sguardo, di una parola, di un ascolto. Siamo convinti che non esista chimica più potente di quella scaturita dalle relazioni umane. La nostra associazione non è in grado al momento di offrire spazi di incontro in presenza. Tuttavia, abbiamo realizzato questo spazio virtuale dove è possibile incontrarsi e interagire dopo avere effettuato la registrazione.
Chi se ne va continua a vivere nel cuore e nella memoria di chi resta, questo lo sappiamo da sempre, e ogni giorno ne abbiamo le prove. L’Associazione Amici di salvataggio è nata per questo motivo, e al tempo stesso affinché gli enormi interrogativi senza risposta legati alla fine di Alessandra Appiano vengano affrontati, certi tabù vengano infranti, nella speranza che la medesima maledizione non si abbatta su altri. Questa Associazione nasce in sordina, con mezzi limitati, come una scommessa, e vivrà solo se un numero sempre maggiore di persone la riterrà utile, partecipando alla vita del sito e contribuendo alla sua concreta sopravvivenza. E’ una scommessa nella scommessa.
Al momento, è possibile contribuire in due modi. Attraverso una donazione (fiscalmente deducibile) sul conto corrente intestato all’Associazione Alessandra Appiano-Amici di salvataggio Organizzazione di volontariato:
CODICE IBAN
IT89 K 05034 01741 000000020254
E’ anche possibile devolvere il 5 per mille della propria dichiarazione dei redditi all’Associazione:
CODICE FISCALE
97860890157
Siamo nelle vostre mani, e nei vostri cuori. Senza, l’Associazione non avrebbe ragione di esistere.
I libri amati da Alessandra, i libri che sondano il mistero doloroso della depressione, i libri che affrontano “il solo problema filosofico veramente serio: quello del suicidio” (Albert Camus). In ogni stanza del sito c'è posto per una serie di consigli di lettura coerenti ai temi trattati. Chiunque ha facoltà di proporre e motivare i propri titoli.